Esaminare la qualità dell’aria che respiriamo è essenziale per evitare problemi fisici e vivere meglio.

Esaminare la qualità dell’aria che respiriamo è essenziale per evitare problemi fisici e vivere meglio. 22 August 2016

Respirare è l’attività più importante dell’essere umano. È quell’azione inconscia e automatica che ci fornisce l’energia per fare ogni cosa. Lavorare, ridere, pensare, scegliere, creare: accade tutto in funzione del nostro respiro.

La respirazione regola la nostra vita: chi imparerà a gestirla al meglio riuscirà a essere più rilassato e a mantenere le cose sotto controllo con facilità.

Se volessimo dedicare un sillogismo alla respirazione, potrebbe essere il seguente: siamo perché pensiamo, pensiamo perché respiriamo e siamo perché respiriamo.

Respirare, dunque, è fondamentale. Ma c’è qualcosa che è altrettanto importante e direttamente collegata: l’aria che respiriamo. Respirare un’aria inquinata e poco salubre può avere conseguenze altamente negative sulla nostra salute nel breve, medio e lungo periodo.

Una cattiva qualità dell’aria comporta conseguenze dirette su tutti: danneggia la salute delle persone e dell’ambiente, provocando inoltre ingenti perdite economiche.

Poco tempo fa l’Agenzia Internazionale per l’Energia – un organismo indipendente che vigila sulla produzione di energia pulita e sull’ambiente – ha pubblicato un report dal titolo World Energy Outlook, all’interno del quale viene esaminato il problema dell’inquinamento dell’aria.

Secondo il documento, ogni anno la cattiva qualità dell’aria causa circa 6,5 milioni di morti in tutto il mondo. L’inquinamento dell’aria che respiriamo è identificabile come il quarto più grande pericolo per la salute dell’uomo, dopo l’ipertensione, le diete sbagliate e il fumo.

Questa situazione riguarda da vicino anche l’Italia: secondo i dati forniti da Legambiente, nel 2015 su 90 città italiane monitorate ben 48 hanno sforato i livelli di Pm10 per più dei 35 giorni consentiti.

Negli ultimi mesi, il caldo ha contribuito a rendere la situazione ancora più complicata, con nuovi picchi di ozono e Pm10.

In una situazione come questa, monitorare, misurare e controllare la situazione si rivela fondamentale, in modo da riuscire a trovare le soluzioni più adeguate.

Grazie agli ultimi progressi tecnologici recentemente sono stati realizzati dei sensori molto evoluti, capaci di “annusare l’aria”, esaminando la sua composizione e valutando la presenza di polveri sottili, fumi e sostanze inquinanti, comportandosi come un “olfatto artificiale”.

Per rendere capillari e ancora più efficienti questi sensori si è deciso di applicarli su dei droni di ultima generazione, pronti a volare sui cieli delle città e delle aree da monitorare, affiancandosi agli strumenti di rilevazione e alle centraline di analisi dell’aria già esistenti.